Attori con le mascherine a teatro? E’ polemica. Ed è una polemica assolutamente legittima per tutti gli attori che incarnano l’anima del teatro. Con la quarantena alcuni canali, sopratutto Rai5, hanno trasmesso e fatto riscoprire il teatro in tutta la sua magia. Un settore che è in crisi non da oggi e che non può essere strumentalizzato (come tutto) dal coronavirus. I teatri erano lasciati al loro destino anche prima. Non è cosa di oggi o di due mesi fa. Chiedete a un millenial qualunque un opera teatrale e forse vi risponderà uno su dieci. Il teatro non è figo, non fa tendenza. Eppure senza teatro non esisterebbero nemmeno i tanto ammirati attori cinematografici che gli stessi millenial adorano. Nessuno si prende più la briga di capire come si diventa attori (e di certo non lo si diventa sui social). Come il teatro ti insegni le tecniche migliori e ti forgi dentro e fuori per poi poter stare davanti alla macchina da presa. Come ci si cala nel personaggio. Ora all’attore di teatro viene chiesto di coprirsi con la mascherina togliendogli di fatto la possibilità di espressione del viso per cui c’è gente che ha studiato una vita. Le distanze si possono rispettare in sicurezza anche senza mascherina e le opere possono avere variazioni, a volte anche geniali, che annullino il contatto fisico. Va tutelato il pubblico, chi lavora dietro le quinte certo che si. Ma gli attori sono una cosa a parte, la mascherina diventerebbe un muro all’espressività dell’arte teatrale stessa. E come se a un cantante togliessero la musica o peggio ancora lo facessero cantare senza microfono. Il teatro è ignorato da anni con le compagnie che fanno salti mortali per mettere in scena uno spettacolo. E non è colpa del coronavirus che sempre più spesso viene usato per mascherare crisi che nello spettacolo e nella musica ci sono da anni