Il Covid-19 e le case di riposo. Un dramma e uno strazio sia per gli ospiti che per i parenti. Parlo per esperienza diretta. Ho mio padre in una struttura malato di Alzahimer ormai da 10 anni. E ora io e la mia famiglia non lo possiamo vedere anche se ci tengono aggiornati. Possiamo chiamare anche video chiamare ma la paura è tantissima. anche dove si trova mio papà è arrivata la pandemia. E vicino alla ormai famosa clinica di Mediglia anche se la situazione è molto lontana dall’essere drammatica per fortuna. Di sicuro c’è lo strazio, la paura di aspettare una notizia che possa essere positiva o negativa da un momento all’altro da un senso di paura e impotenza allucinante. Ho sentito anche qualche coglione, perché di coglione si tratta dire “Eh così imparate. Potevate tenervelo in casa”. Io sono operatore socio assistenziale e lavoro tutti i giorni con gli anziani. Rischio pure io la pelle e fino a quando abbiamo potuto papà lo abbiamo tenuto tra le mura domestiche ma l’alzheimer è devastante. Logora la persona e chi gli sta vicino e a volte per il bene del malato si è COSTRETTI a ricoverarlo. Senza contare che c’è chi ci sta da anni e nessuno poteva neanche lontanamente immaginare un’emergenza simile. Le case di riposo fanno quello che possono ma devono anche stare attente a non portare il virus fuori dalla struttura. A contenerlo. Il lavoro che c’è dietro non lo posso giudicare visto che non potendolo verificare sul posto mi può venire detta una cosa per un altra come, ahimè, già successo in altre strutture. Le giornate non finiscono mai perché si ha sempre paura di ricevere notizie tragiche. Non si ha il conforto di poter vedere i propri cari e per di più in molte persone che non erano magari all’inizio convinte nella scelta di ricoverare un famigliare crede sempre di più il senso di rimorso, di rimpasto, il senso di colpa. Spero con tutto il cuore che il governo aiuti tutti gli ospiti e i lavoratori anche delle case di riposo. Un dramma nel dramma ma che non diventino invisibili….sarebbe vergognoso