I dj dopo il coronavirus sono diventati l’ultima ruota del carro della musica. Non tutti però. Come sempre chi ha una fan base enorme e può contare su sponsor milionari non ha problemi. Così molti dj famosi nostrani che formano una specie di lobby tra di loro anche se nessuno ha le palle di dirlo. Chi ci va di mezzo sono come sempre i piccoli, guarda che caso. La riapertura delle discoteche (che era già di per sé una barzelletta con i due metri di distanza) è slittata. Se non hai iniziato al massimo all inizio degli anni duemila muori di fame. I grossi nomi non spendono una parola sui colleghi in difficoltà anzi ben venga che sparisca molta concorrenza. Peccato che molti di questi personaggi non si fanno nemmeno i dischi da soli, pagano dei ghost producer mostruosi che gli fanno per pochi spiccioli la hit di turno. Una roba che non si può vedere. Ora c è anche chi urlera allo scandalo per il rinvio delle riapertura. Quando in realtà chi muore davvero di fame, chi vive con le piccole serate, chi guadagna quei 4 soldi dai bordeau SIAE non viene vagato di striscio. Povera musica elettronica schiava di se stessa e specchiata in un pattume che cresce sempre di più