Oggi Kurt Kobain la quarantena l’avrebbe presa così: “E’ divertente combattere, ti da qualcosa da fare”. Lui invece 26 anni fa si è arreso. In quella casa di Seattle finiva la sua vita ignaro forse che sarebbe iniziata la sua leggenda. Era il 1994. Io avevo 10 anni. Vidi al tg una villetta e vedevo mio fratello maggiore quasi disperato, non capivo. Capii 3 o 4 anni più tardi quando gli rubai una cassetta perché c’era un neonato nell’acqua e il disco si chiamava Nevermind. Mi sembrava geniale. Che ne sapevo che la cassetta era ferma all’inizio di “Smell Like Teen Spirit”. Boom. E’ cambiata la musica per me in quel momento perché scoprii chi era Kurt Kobain. Facevo parte e faccio parte della generazione X e forse è per questo che parecchia musica moderna non la capisco, non mi da brividi, non mi fa sobbalzare. L’assolo di Smell Like Teen Spirit ti da una scarica di adrenalina. Ti viene voglia di spaccare tutto. Ti viene voglia di mandare a fanculo tutti. Quella rabbia nell’adolescenza me la sono portata dentro spesso e in qualche modo Kurt Kobain mi ha fottuto perché ha contribuito a cambiare la mia vita rendendomi l’artista che sono. Si faccio parte della generazione X. E me ne vanto tutt’ora