Guè ancora contro Ghali. Ora è guerra vera. Trap e rap si scontrano inevitabilmente e la guerra è appena cominciata. Guerra di stili, di parole, di testi e melodie finora celata ma che ora con i due pesi massimi dei generi protagonisti verrà inevitabilmente a galla. Le affermazioni di Guè Pequeno sono pesanti. Molto pesanti. Perché ognuno a questo mondo ha diritto di vestirsi o di porsi come vuole. Ognuno ha diritto a scegliere cosa essere. Ma ripeto qui ci sono strascichi di anni è non solo tra i due protagonisti. Ghali è il simbolo della trap. E come tale essendo stato il primo sta sulle palle davvero a tanti. E ci sono ragazzini se non bambini pronti a difenderlo. Guè invece è il simbolo della strada che ha svoltato. E parla come uno che quella strada l’ha vissuta. Andando inevitabilmente a finire fuori carreggiata. Si parla di omofobia e razzismo. Una cosa è sicura queste dichiarazioni non saranno le ultime. La guerra è appena cominciata….ed era inevitabile. Ecco le parole di Guè Pequeno contro Ghali:
Un artista che va in giro vestito da confetto può andare bene per una sfilata ma non ha grande credibilità di strada. (…) Io non sono razzista né omofobo ma vedere un rapper che va in giro vestito da donna con la borsetta mi fa ridere, che poi almeno fosse gay. Boh sono robe assurde”.
