J-Ax 48 anni e non sentirli. Affatto. La sua immagine sempre giovanile, sempre allegra come se per lui il tempo non passasse mai. Anzi sembra che più invecchia più ringiovanisce. Uno che ha scritto la storia del rap, prima con gli Articolo 31 e poi da solo. Ha cambiato ogni tipo di look possibile e anche in questo è stato innovatore e sempre alla moda, al passo con i tempi. Musicalmente J-Ax è cambiato, inutile negarlo. I testi di denuncia come “Noi No”, inno degli sfigati che però hanno alzato la testa nella vita o “Snob” hanno lasciato il passo alle batterie reggeaton e ai testi più allegri, più alla portata con il pubblico di adesso. Ciò non toglie che quei testi passati restano e sono poesie, sono grida di ribellione e spaccati di realtà e chiunque abbia fatto rap dagli anni novanta in poi ci si è riconosciuto almeno una volta. Produttore sempre al passo coi temi J-Ax. E i tempi sono questi. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di aprire un suo concerto che era per beneficenza al Palasesto, bandana in testa pizzetto e il solito fuoco negli occhi. Per me incontrare J-Ax è stato un onore enorme e lo penso tutt’ora. L’intelligenza di un artista sta anche nel capire quando deve cambiare la sua musica e lui l’ha fatto con risultati eccezionali visto che ora qualunque cosa pubblica è una hit. Alcune cose di prima però sono cose che non posso dimenticare: “Volume, Senza Regole, Snob, O ti amo o ti ammazzo, Noi No, La vita non è un film”. Potrei citarne molte altre ma queste sono sufficenti. Gli Stadio cantavano “Chiedi chi erano i Beatles”….augurandogli altri cento di questi giorni io canterei “Chiedi chi era J-Ax”. Uno dei più grandi rapper italiani di sempre.