I produttori indipendenti, i dj freelance e i piccoli artisti (cantanti e musicisti) sono sicuramente i più colpiti dalla crisi del coronavirus. Ma è ora di alzare la voce. Non si può e non si deve stare nell’immobilismo sopratutto per chi non ha una fan base da cui possa ricavare profitto con le dirette streaming o con le piattaforme di Spotify e simili. Sono noti problemi su Youtube che non si capisce perchè ma sta penalizzando piccoli canali tenendoli fermi o togliendo le wiews senza una particolare ragione (alcuni problemi li hanno anche big della musica italiana). Da soli contiamo zero ma l’unione può fare la forza. Potrebbe essere una soluzione quella di far muovere le playlist di Spotify senza fare i soliti copia e incolla delle hit già famose e importanti. E’ importante riscoprire i talenti a tutti i livelli. E’ importante riuscire a proporsi per non sparire perchè c’è gente che ha fatto questo mestiere per anni ed è alla fame. I locali sono chiusi, i dj si vendono le consolle per poter mangiare e paradossalmente i resident (quelli che sono fissi in un locale) sono ancora adesso più penalizzati. Una situazione inaccettabile. Se i produttori indipendenti sono abbastanza con le mani legate perchè lottano contro un vero e proprio sistema che si è costruito e radicato negli anni, chi fa musica elettronica ha più libertà di manovra di essere condiviso e di condividere. Come detto l’unione fa la forza. Non si può girare la testa da un’altra parte dove chi è ricco diventa sempre più ricco e chi invece cerca di emergere è abbandonato a se stesso. Bisogna lamentarsi, segnalare i problemi e le anomalie, ma subito. Prima che diventino grosse e si radichino ancora di più in un sistema che già prima ci aveva messo quasi in ginocchio. E il coronavirus non c’entra un cazzo stavolta. Abbiamo la possibilità di far cambiare le cose perchè se non ci muoviamo ora non succederà più.