Un fondo per salvare musica e spettacolo. Prima che sia troppo tardi. Il coronavirus rischia di dare il colpo di grazia a tutto il settore ma, ad oggi vere contromisure non sono state prese. Ieri anche Vasco Rossi ha sensibilizzato l’urgenza di creare un fondo per poter aiutare chi lavora nel mondo della musica e dello spettacolo, anche dietro le quinte. Il problema è molto più vasto. Il problema e che già prima c’erano troppe differenze tra i compensi delle superstar e i cantanti o musicisti minori. Lo streaming paga una sciocchezza a meno che tu non abbia una fan base enorme. Gli algoritmi delle piattaforme penalizzano i piccoli artisti in maniera devastante. Prima postando un video su Youtube eri sicuro di raggiungere una ottima quantità di pubblico anche se non eri nessuno. Oggi con i nuovi algoritmi anche gli youtuber o i poadcaster più esperti hanno visto crollare e di molto visualizzazioni e guadagni. Come faccio a guadagnare se nessuno mi trova e sopratutto se le regole sono così stringenti?. In più ci sono tutti i lavoratori che lavorano dietro le quinte-. Attrezzisti, costumisti, truccatori, tecnici e chi più ne ha più ne metta. Un fondo va bene ma che sia accessibile a tutti. Che premi anche chi ha tanti anni di musica alle spalle anche se non è tanto conosciuto al grande pubblico. Che incentivi i giovani a credere ancora che fare il cantante, il musicista, l’attore o il fonico abbia ancora senso. E’ vero le cose andavano male anche prima. Troppa disparità tra artisti, troppa poca voglia di scoprire nuovi talenti e troppe raccomandazioni. Funziona così lo showbizz è spietato ma stavolta rischia di uccidere se stesso se non si interviene. Tom Morello si presentava già anni fa con una chitarra personalizzata con su scritto “Arm the Homeless” (armate i senzatetto). Mai frase fu più azzeccata