Vittorio Grigolo a Live non è la D’Urso ha lanciato un appello alla ripartenza. L’allarme per i concerti di cui ci siamo spesso occupati qui su questo blog è molto serio ma anche molto inascoltato. Giusto tenere tutto fermo perché e troppo pericoloso ma gli artisti vanno anche tutelati o perlomeno bisogna studiare un piano alternativo. Il tenore, uno dei migliori al mondo, sa molto bene cosa ruota attorno a un opera teatrale. E sopratutto quante persone ci lavorano dietro. Il problema comunque è ben lontano dall’avere una soluzione. Tutti guardano alle stelle, ai cantanti che guadagnano tanti ma tanti soldi. Ma la ripartenza deve avvenire per tutto il sistema di persone che lavora dietro un concerto ed è letteralmente allo stremo. Aggiungiamoci che la musica classica già è un settore molto delicato di suo e di nicchia ecco che la preoccupazione di Grigolo è ancora più motivata
Queste le sue parole nel salotto di Canale 5
Stare a casa è comunque una prigione che ci mette a dura prova, mette a dura prova soprattutto la mente – commenta il tenore – Dobbiamo a tutti i costi recuparare la nostra libertà, che è un diritto e in questo momento ci viene negata. In questi due mesi abbiamo imparato a convivere con questa malattia, a soffrire. Ora, in ginocchio, dobbiamo rialzarci. Ma dobbiamo uscire, non possiamo pensare di stare in casa per sempre. Se le persone non possono uscire, non possono guadagnare. E chi pensate che vada ai concerti? Non sono le persone ricche, ma i ragazzi che comprano i biglietti mettendo i soldi da parte